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Duomo di Cesena

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Il Duomo di Cesena – cenni storici

Il Duomo di Cesena, nonché Cattedrale della Diocesi di Cesena-Sarsina, si presenta oggi nelle fattezze che doveva avere alle sue origini, con una facciata romanica e un interno in stile gotico. L’edificio fu edificato sul progetto di Underwalden tra fine ‘300 e primo ‘400, venne dotato di campanile solo in seguito (Maso di Pietro, 1456). Al suo interno spiccano la Cappella della Madonna del Popolo (1746-48), con cupola dipinta da Corrado Giaquinto (Genealogia della Vergine, 1750-51) e l’Altare del Corpus Domini (G. B. Bregno, 1494-1505).

L’interno mostra un impianto basilicale a tre navate, ma ha subito profonde trasformazioni soprattutto nella seconda metà del Seicento e a fine Ottocento. Con i restauri del 1957-1960, si è fatto riemergere lo stile romanico-gotico originario. Belle finestre in stile romanico illuminano la navata centrale a capriate scoperte in legno di quercia. I quattordici pilastri sono stati ripristinati dai restauri recenti; le navate laterali, con soffitto a crociera, hanno assunto tale forma nel rifacimento Rinascimentale.
Numerose sono le opere d’arte che ornano l’edificio la più considerevole è sicuramente di Lorenzo Bregno: lo stupendo trittico con i Santi Cristoforo, Leonardo e Eustacchio (1514-17).

Pregevole è la tela seicentesca di Benedetto Gennari, con San Giovanni Battista giovane. La Vasca Battesimale risale al 1541 e proviene dalla chiesa parrocchiale di Casalbono.

La Cappella della Madonna del Popolo, al centro della navata sinistra, è espressione avanzata del barocco Cesenate ed uno dei luoghi di culto più sentiti nella tradizione religiosa cesenate.

La Cappella contiene l’affresco con la Madonna del Popolo, opera di Bartolomeo Ramenghi (detto il Bagnacavallo). Oltre agli splendidi ornamenti in marmi e stucchi fino alla cupola sono presenti affreschi di Corrado Giaquinto che nel 1750-1751 dipinse la Genealogia e il trionfo della Vergine.

Progettare illuminazioni artistica per chiese a led l’intervento al Duomo di Cesena

Il progetto approvato direttamente dal Vescovo di Cesena Douglas Regattieri che ne ha colto subito la bontà e competenza e soprattutto la valorizzazione del restauro che stava interessando la Cattedrale in quel momento.

L’intervento ha riguardato la sostituzione di tutti i corpi illuminanti all’interno del Duomo andando a lavorare con diverse tipologie di Spot che hanno valorizzato sia gli aspetti liturgici che quelli artistici.

Come primo aspetto abbiamo dato più importanza al Presbiterio andando ad implementare un impianto che permetta di aumentare l’intensità luminosa rispetto all’assemblea e alle navate laterali.

Particolare attenzione è stata messa nell’evidenziare il Tabernacolo, la Mensa, la Cattedra e l’Ambone come da indicazioni della Cei.

Per quanto riguarda le tre navate abbiamo dato una illuminazione led uniforme meno intensa, ma che allo stesso tempo permette un senso di raccoglimento e preghiera andando a nascondere gli Spot Led sui capitelli presenti sui pilastri.

Altro aspetto molto importante è stato dare importanza grazie alla luce alla Cappella della Madonna del Popolo, cappella alla quale la cittadinanza Cesenate è molto legata. Per fare questo abbiamo lavorato per educare l’occhio di chi entra nella cappella facendo cadere l’attenzione grazie alla luce sull’affresco della Madonna del Popolo che dà il nome alla Cappella, per fare questo abbiamo utilizzato delle barre led nascoste all’interno della cornice che racchiude l’Immagine Sacra.

Il resto della cappella è stata illuminata con una illuminazione indiretta per valorizzare la cupola e con dei proiettori per mettere in evidenza tutti gli stucchi presenti sulle pareti.

L’intero impianto d’illuminazione led è stato modificato per permettere diversi scenari in base alle varie celebrazioni e quindi dando versatilità e opzioni prima non possibili che un Duomo richiede.

Santuario la Verna

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La collaborazione di Melloncelli con La Verna nasce quasi per caso nel 2020, quando di ritorno da Assisi decidemmo di passare in questo luogo carico di significati per l’Ordine dei Francescani Minori.

Sulla soglia del Monastero trovammo ad accoglierci senza alcun appuntamento, con tutta la sua cortesia e simpatia Padre Francesco Brasa. Da lì a poco scoprimmo che si trattava del Guardiano del Santuario Francescano della Verna. Quel giorno così fortunoso si trasformò in una bellissima e fruttuosa collaborazione con Padre Francesco e i suoi confratelli.

Le richieste furono molto chiare da subito e per noi si trasformarono in una sfida molto stimolante dal punto di vista tecnico: dovevamo rispettare quella che era la spiritualità del luogo fatta di preghiera e silenzio, rimodernare gli impianti elettrici e valorizzare l’immenso patrimonio artistico presente all’interno del Santuario.

Tutto questo si è trasformato in un programma di lavori che è iniziato nel 2021 e troverà la sua realizzazione entro il 2024 data di anniversario degli 800 anni dalla fondazione del Santuario.

ILLUMINAZIONE DELLA CAPPELLA DELLE STIMMATE

La Cappella fatta edificare nel 1263 con l’aiuto dei Conti Guidi di Poppi sopra la pietra dove si trovava San Francesco nel momento in cui ricevette le stimmate.

La pietra è il fulcro della cappella ma anche quello di tutto il Santuario infatti l’evento delle stimmate e l’esempio di vita rappresentano l’eredità che San Francesco lascia ai suoi confratelli.
Allo stesso tempo la cappella ha come Pala d’Altare una bellissima terracotta invetriata del 1481 di Andrea della Robbia rappresentante la Crocefissione. La terracotta misura 5,65m per 4,20m, è composta da 720 pezzi ed è la più grande che questo artista abbia mai realizzato.

La richiesta dei Frati era prima di tutto quella di rispettare la sacralità del luogo cercando di creare un’atmosfera che richiamasse alla preghiera e al raccoglimento e allo stesso tempo dare una illuminazione adeguata alle celebrazioni e alla lettura e valorizzare la magnifica Pala d’Altare in terracotta invetriata.

Per fare questo abbiamo deciso di creare 3 scenari con l’illuminazione andando a lavorare con illuminazione indiretta per la zona del coro, e con puntamenti dedicati a mensa, ambone, santissimo e le robbiane. Per fornire più luce durante le celebrazioni solenni abbiamo aggiunto uno Spot led Melloncelli per illuminare la zona del presbiterio.
Nel dettaglio siamo andati a nascondere sopra il coro ligneo alcuni “Melloncelli cestello” per creare l’illuminazione indiretta calda a 3000 k che di riflesso da una bellissima luce in tutto l’ambiente e permette una buona lettura dando allo stesso tempo una sensazione di raccoglimento nella preghiera.
Per l’ambone e santissimo abbiamo usato ottiche molto strette per concentrare la luce e valorizzare la liturgia andando a nascondere sapientemente i corpi illuminanti.
Discorso diverso per l’altare sul quale grazie ad uno Spot Led con apertura 35° abbiamo fatto scendere la luce a pioggia dall’alto nascondendo il corpo illuminante dietro la volta che divide il presbiterio dal resto dell’ambiente.

Per quanto riguarda la Pala D’altare la difficoltà è che questi altorilievi invetriati mutano espressione a seconda del punto di osservazione e della direzione della luce da cui sono illuminate. Sempre seguiti dagli occhi vigili dei frati abbiamo lavorato con dei Mini Spot Melloncelli dimmerabili per andare a fornire la giusta quantità di luce che permettesse la fruizione dell’opera d’arte ma allo stesso tempo evitando fastidiosi abbagli dovuti alla lucentezza del materiale.

La robbiana Madonna con Bambino posta sopra alla porta di ingresso è stata illuminata con un mini sagomatore led che concentra la luce sulla terracotta e la rende ancora più bella e suggestiva.

Nel complesso abbiamo rispettato le intenzioni dei frati del Santuario, donato una luce adeguata a tutte le funzioni per cui viene usata la cappella e valorizzato le opere d’arte presenti all’interno.

ILLUMINAZIONE DELLA CAPPELLA SANTA MARIA DEGLI ANGELI

Santa Maria degli Angeli datata 1216 è la prima chiesa edificata presso La Verna e fu costruita direttamente da San Francesco, Fra Leone ed altri compagni. La forma attuale è quattrocentesca.

All’interno sono presenti terrecotte invetriate dei Della Robbia.

L’illuminazione di questa cappella mirava a fare pulizia dei corpi illuminanti preesistenti che erano visivamente molto impattanti, dare illuminazione ai diversi ambienti e creare una illuminazione che fosse adatta alle varie funzioni che ha.

Come prima cosa ci siamo dedicati alle robbiane e crocefisso posti all’ingresso lavorando con dei Mini Spot Melloncelli dimmerabili, che si sono sposati perfettamente con l’ambiente circostante privo di elementi architettonici che ne permettessero l’occultamento. Abbiamo scelto anche in questo caso una luce calda sui 3000k che permettesse di valorizzare tutti i colori delle terrecotte invetriate e mettesse in risalto il crocefisso in legno.

Il coro che viene usato dai frati è stato illuminato usando la struttura dei lampadari preesistenti inserendo e nascondendo gruppi di tre mini puntamenti per ogni supporto che vanno ad illuminare a pioggia tre gruppi di banchi per volta permettendo un’ottima lettura e valorizzando la bellezza dei particolari del coro ligneo.
La Pala D’altare anche questa in ceramica, realizzata da Andrea della Robbia del 1488 circa, che mostra la Vergine nell’atto di donare la Cintola a San Tommaso è stata illuminata con gruppi di sei mini puntamenti che vanno ad illuminare ognuno un particolare diverso e tutti insieme illuminano uniformemente tutta la ceramica.
Per le funzioni più solenni abbiamo inserito nel culmine delle volte, nascosti dall’architettura 3 Spot Led Melloncelli che vanno a dare maggiore luce nelle tre zone in cui è divisa la chiesa: uno per l’ingresso, uno per l’assemblea e uno per il presbiterio.

Nel complesso entrando nella chiesa l’occhio del visitatore viene educato con discrezione nel guardare grazie alla luce tutti i punti di interesse senza le distrazioni dei corpi illuminanti che c’erano prima.

È stato dato un senso di raccoglimento nella preghiera nella zona del coro con una luce calibrata e opportuna per il luogo.
In più è stata data la possibilità di dare ancora più luce per le celebrazioni più importanti grazie all’illuminazione dall’alto.

Contatti utili

Basilica di Santa Croce al Flaminio – impianti audio amplificazione per chiese

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Impianti audio: diffusori e microfoni per le chiese

La Basilica di Santa Croce al Flaminio venne edificata nel 1912-1913 dall’architetto e ingegnere Aristide Leonori (1856-1928) per volere di papa Pio X (1903-1914), in occasione del XVI centenario dell’Editto di Milano del 313, il Papa scelse il luogo in cui l’imperatore Costantino sconfisse Massenzio nei pressi di ponte Milvio.

La facciata della chiesa ha forme neoromaniche è decorata nella trabeazione da un fregio a mosaico con un’iscrizione commemorativa dell’editto di Milano, nella parte sottostante si apre un ampio portico con sei colonne di granito con capitelli ionici.

L’interno della Basilica è diviso in tre navate da sei colonne per lato di granito grigio bavarese, che sostengono archi a tutto sesto, il soffitto è a capriate lignee.

Nel presbiterio l’altare maggiore è posto sotto un alto ciborio di ispirazione paleocristiana, ad esso è affiancato da una croce in bronzo dorato ove sono inserite le reliquie dei santi. Nel catino absidale si può notare un affresco che rappresenta il Giudizio Universale, opera del pittore cremonese Giuseppe Moroni. Nel loggiato dell’abside si trova l’organo a canne della ditta Balbiani-Vegezzi Bossi (1928), dotato di 12 registri su due manuali e pedale.

L’intervento di amplificazione audio della chiesa

L’intervento dell’amplificazione audio nella chiesa è stato realizzato cercando di preservare la bellezza estetica della Basilica limitando il più possibile il numero degli altoparlanti dell’impianto audio di amplificazione, ma garantendo l’intelligibilità della parola in tutti i punti della chiesa.

La disposizione dei nostri diffusori audio della serie MD è stata definita in loco dai nostri tecnici in base alla loro elevata esperienza nella progettazione di impianti audio per chiese, secondo il gusto estetico e sofisticati strumenti di misura che hanno determinato la migliore soluzione.

Le bellissime colonne in granito grigio bavarese della navata sono state preservate tutelando la propagazione della parola nella chiesa.

Per i microfoni nella chiesa Melloncelli ha utilizzato dispositivi di elevata qualità al fine di elaborare il segnale audio con equalizzatori parametrici in grado di perfezionare la trasmissione della voce nella basilica.

L’utilizzo di filtri per elidere l’effetto Larsen si è reso necessario per garantire nelle celebrazioni liturgiche un suono all’interno della chiesa privo di fischi e disturbi.

L’elaborazione del segnale audio cosi progettata sa offrire, nella riproduzione del parlato, una scena sonora profonda e articolata con un grande realismo timbrico grazie ad un impianto audio personalizzato che garantisce la migliore amplificazione per questa chiesa.

Vallesella Di Cadore (Bl) – San Vigilio

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La chiesa dedicata a San Vigilio è situata nel comune di Domegge di Cadore in località Vallesella. Dal 1336, anno di costruzione del primo edificio, la sua storia è molto tormentata. Nei secoli infatti è stata ricostruita per ben tre volte.

La chiesa che vediamo oggi è stata consacrata il 28 luglio 1990. Progettato dal p.e. Adriano Costantini l’attuale edificio interpreta in chiave contemporanea l’idea del grande tetto bifalde a ripida pendenza, proprio delle antiche chiese.

L’illuminazione della chiesa era stata pensata con due file di corpi illuminanti sferici a ioduri metallici installati lungo le due travi in c.a che sostengono la copertura ad una altezza di circa 3 metri. Tale illuminazione, oltre a non garantire una luce adeguata e uniforme, non dava il giusto risalto ai fuochi liturgici. Per ovviare a queste carenze l’impianto fu successivamente integrato con alcuni puntamenti migliorando in parzialmente l’illuminazione del presbiterio senza però risolvere le problematiche della parte assembleare.

L’input progettuale è stato di migliorare l’illuminazione dal punto di vista liturgico e funzionale senza modificare l’estetica della chiesa mantenendo nel contempo i corpi illuminanti sferici esistenti.

Per l’illuminazione diretta della navata e del presbiterio sono stati utilizzati i nuovi Melloncelli Spot Maxi da 50W, installati sfruttando le connessioni tra capriate ed arcarecci. In questo modo non c’è stata la necessità di realizzare ancoraggi sulla struttura e si è riusciti a nascondere i corpi illuminanti sfruttando lo spessore delle capriate in modo che non siano visibili per chi entra in chiesa e guardi nella direzione del presbiterio. I corpi illuminanti esistenti sono stati convertiti a led in modo d’ottenere un risparmio energetico ed una temperatura di colore uniforme.
Nel presbiterio l’illuminazione diretta è completata da un puntamento dedicato alla mensa e alla sede, da due proiettori Melloncelli SpotLED PLUS che danno il giusto risalto alla croce, da un Melloncelli Mini Spot per l’ambone e da un Melloncelli Profile da 20W per il Santissimo.

Nelle due navate laterali, oltre a sostituire i puntamenti esistenti con i Melloncelli Mini Spot di dimensioni molto più contenute e di un colore che meglio si integra con l’ambiente, si è ricorsi alla Melloncelli Barra Led che, oltre ad illuminare uniformemente ed adeguatamente le navate, ne valorizza le pareti in pietra.

Il risultato ottenuto è in linea con le indicazioni CEI in materia di illuminazione dei luoghi di culto e, grazie all’elevato indice di resa cromatica dei nostri prodotti e ad una scelta ponderata della temperatura di colore, si è riusciti a valorizzare le peculiarità della chiesa e dare il giusto risalto alle opere in essa custodite.

L’impegno dei nostri tecnici è stato riconosciuto dal cliente di cui riportiamo un estratto dei ringraziamenti ricevuti:

“…. Grazie per il lavoro. È venuto davvero bene, sono contento. I vostri tecnici hanno fatto davvero l’impossibile. È bello vedere gente lavorare con tanta passione e tanta generosità. ….”

Parrocchia S.Luca Evangelista

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Situata nel quartiere di Città Studi, la chiesa di San Luca Evangelista è un piccolo edificio a due piani posto su un podio rialzato rispetto alla strada, a cui la collega una breve scalinata.

Il progetto viene affidato direttamente a Gio Ponti nel 1956 dal Comitato per le nuove chiese della Diocesi di Milano. Il famoso architetto sfrutta con abilità lo spazio esiguo del lotto a disposizione progettando un volume unitario e compatto e disponendo i locali parrocchiali al livello inferiore. La chiesa viene concepita all’interno dell’urbanizzazione che caratterizza Milano nel secondo dopoguerra ed è ispirata a criteri di essenzialità e chiarezza formale: la costruzione è il risultato dal controllo del progetto, da parte di Ponti, in modo unitario ed organico, dalla disposizione dell’edificio fino all’arredo sacro.

La facciata viene pensata rialzata per dare spazio in profondità ai locali parrocchiali e arretrata rispetto alla strada per poter ricavare un piccolo sagrato. Il tetto a doppia falda prolungato sul sagrato crea con i muri laterali, anch’essi sporgenti, un effetto capanna che rende la struttura accogliente.

L’interno dell’edificio presenta un’unica aula assembleare, con piccoli corridoi ai lati, trasmettendo un maestoso effetto che aumenta osservando l’ampio presbiterio rialzato e il grande Crocifisso collocato al centro della grande parete absidale. Lungo le pareti dell’aula sono collocate alcune vetrate di suggestive e significative espressioni policrome, due confessionali e quattordici formelle in ceramica che segnano la Via Crucis; inoltre sono presenti, in prossimità dell’altare, le cappelle laterali che ospitano l’organo a sinistra e il fonte battesimale a destra. L’altare è composto da un monolite in marmo di Carrara che, insieme all’ambone e al tabernacolo, definisce la zona della celebrazione.

La struttura è in cemento armato e si compone di sei pilastri a forma di diamante rastremati alla base che sostengono le travi, anch’esse rastremate sul lato inferiore, di sostegno della copertura. Queste inoltre hanno una parte terminale a sbalzo che si raccorda alle pareti: il corridoio che si forma dà adito a “false navate”.

La Parrocchia di S.Luca Evangelista è il primo edificio per il culto disegnato da Gio Ponti a Milano, si configura come un laboratorio sperimentale per tutte le riflessioni sul tempio cattolico, concretizzatesi poi tanto nelle opere di San Francesco al Fopponino (1958-1964) e Santa Maria Annunciata all’Ospedale San Carlo (1964-1969), quanto nella concattedrale di Taranto (1965-1970).

Progettare impianti di diffusione sonora per chiese, il caso della parrocchia di S.Luca Evangelista

Le caratteristiche di estrema linearità e nitidezza delle linee non hanno avvantaggiato l’acustica, che fin dal momento della sua inaugurazione, a detta del parroco e della comunità dei fedeli, è sempre stata pessima, con una difficile intelligibilità della Parola.

Progettare un impianto di diffusione sonora efficace che migliori l’acustica generale ha rappresentato la più avvincente delle sfide per Melloncelli, forte della sua esperienza pluridecennale sugli impianti di amplificazione della voce.

In seguito alla richiesta della committenza, è stato studiato un completo rifacimento dell’impianto di diffusione sonora, il cui cuore è composto da un processore audio ad 8 uscite, un amplificatore di potenza, un dispositivo antilarsen e 8 diffusori acustici della serie MD, corredato da completa cablatura, microfoni, ed armadiatura.

Il sistema audio è stato montato in maniera provvisoria per dare modo ai fedeli ed ai celebranti di verificarne la resa durante le funzioni, e successivamente, data la conferma e la soddisfazione in termini di notevole miglioria della comprensione della Parola, è stato installato in maniera definitiva.

MILANO – progetto illuminotecnico S. ANGELO

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Il complesso di Santa Maria degli Angeli é costituito dalla chiesa di Sant’Angelo e dall’omonimo convento che si trova sulla sua destra.  Il complesso è, fin dalla posa della prima pietra avvenuta il 21 febbraio 1552, la sede di Milano per l’Ordine dei frati minori osservanti di San Francesco.

Il complesso di Santa Maria degli Angeli é uno dei pochi grandi monumenti milanesi ad aver ben conservato il suo spiccato carattere seicentesco.

Mentre il monastero, a causa dello stato di degrado, è stato demolito e ricostruito in forme moderne, la chiesa è uno di quei rari esempi di arte manierista e barocca, sfuggita all’opera di rifacimento ed omologazione delle restaurazioni ottocentesche.

La costruzione della chiesa iniziò nel 1552 per volere del governatore Ferrante Gonzaga con lo scopo di sostituire la primitiva fondazione situata sulle sponde del Naviglio Martesana, abbattuta perché si trovava sul tracciato delle nuove mura spagnole.

La chiesa è conosciuta sia col nome di Sant’Angelo che con la denominazione Santa Maria degli Angeli, voluta da San Bernardino da Siena con riferimento a Santa Maria degli Angeli ad Assisi, la chiesa della Porziuncola.

La nuova chiesa manierista, progettata da Domenico Giunti, presenta una grande navata centrale sormontata da una volta a botte decorata con motivi geometrici, seguita da un ampio transetto e da un profondo presbiterio.

Vi sono contenute diciannove cappelle gentilizie, otto per lato sulla navata principale, e tre affacciate sul transetto, alla cui decorazione parteciparono i migliori artisti della Milano del Cinquecento e del Seicento: Peterzano, Vincenzo Campi, i Procaccini, il Moncalvo, il Morazzone, il Legnanino.

Appartennero a famiglie patrizie e corporazioni della città di Milano, che ne ordinarono le decorazioni nell’arco dei secoli, per tutto il cinquecento, seicento e settecento, fino alle ultime risalenti all’ultima metà del Novecento. Ricorre nella decorazione il sole raggiante col monogramma IHS, simbolo di Cristo diffuso dal francescano San Bernardino da Siena.

Anche qui le spoliazioni napoleoniche e la rimozione ottocentesca delle sepolture dalle chiese hanno aperto lacune, ma nel complesso la chiesa si presenta ancora integralmente nella sua veste manierista e barocca, conservando tutte le cappelle di patronato delle antiche corporazioni, difese da alte cancellate e decorate da opere d’arte del Sei/Settecento. Le lacune sono state colmate nel XX secolo da opere moderne (affreschi, quadri, sculture), non sempre di livello comparabile a quello delle opere antiche, ma tali comunque da fornire al visitatore un’immagine non lacunosa dell’edificio.

La chiesa ha subito importanti spoliazioni nel periodo napoleonico, ma gran parte delle decorazioni delle cappelle sono rimaste intatte. Le lacune, inoltre, sono state colmate nel XX secolo da opere moderne.

Il progetto illuminotecnico commissionato a Melloncelli

Il rifacimento completo del sistema di illuminazione è fra i progetti illuminotecnici più ampi ed ha permesso l’eliminazione di corpi illuminanti grandi, ingombranti, e poco adatti alla bellezza di questo edificio sacro. Inoltre, passando ad un’illuminazione della Chiesa completamente a Led, grande è il risultato anche in termini di risparmio energetico.

Grazie alla tecnica Melloncelli, è assicurata l’alta resa cromatica, che fa dei nostri corpi illuminanti l’ideale per l’illuminazione monumentale, l’illuminazione di affreschi, l’illuminazione di chiese ed edifici storici, valorizzati dalla luce, curata nella temperatura di colore e nell’intensità, oltre che nella disposizione accurata e adatta al servizio ed alla funzionalità al tempo stesso.

Sono stati utilizzati tutti corpi illuminanti disegnati e prodotti da Melloncelli:

  • 62 Spot Led 35W 22° per l’illuminazione diretta nella navata centrale, nei transetti e nel presbiterio
  • 38 Spot Led 35W 50° per l’illuminazione diretta delle cappelle laterali
  • 24 Spot Led 35W 50° per l’illuminazione indiretta dei transetti, del presbiterio e del coro
  • 32 Spot Led 35W 70° per l’illuminazione indiretta delle cappelle laterali
  • 144 metri di barra led 20W 240 Led/m per l’illuminazione indiretta dell’assemblea e delle cappelle laterali
  • 8 Spot Plus 40W 12° per i puntamenti dell’altare e dell’abside
  • 6 Spot Led 35W 22° per i puntamenti della posizione dell’orchestra
  • 6 Spot Led 35W 16° per i puntamenti dell’orchestra, dell’ambone, della mensa e della sede
  • 12 Spot Led 20W 11° per i puntamenti dell’Incoronazione di Maria del Legnanino, della mensa e della croce
  • 38 Spot Mini 10W 12° per i puntamenti delle cappelle laterali

L’illuminazione della volta della navata centrale è stata realizzata con corpi illuminanti lineari per dare maggiore uniformità d’illuminamento, in tal modo le sorgenti luminose vengono ad integrarsi perfettamente nel contesto architettonico.

L’illuminazione puntuale dei fuochi liturgici è stata realizzata da dispositivi in grado di erogare una forte intensità luminosa concentrata su mensa, ambone, sede e altare maggiore.

Particolare cura è stata data all’illuminazione delle teche contenenti le reliquie, poste nelle cappelle del presbiterio.

È stato creato un quadro sinottico generale per poter gestire tutto il nuovo impianto d’illuminazione con pochi gesti, concentrando le accensioni in scenari predefiniti.

La realizzazione del progetto illuminotecnico

Il lavoro è durato buona parte dell’estate 2019

L’inaugurazione della nuova illuminazione a led

Avvenuta il giorno di san Francesco, 4 ottobre 2019

TEGLIO (SO) – PALAZZO BESTA

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Palazzo Besta è fra le più significative dimore rinascimentali lombarde, fu edificato alla fine del Quattrocento e successivamente decorato con splendidi cicli pittorici a tema mitologico, biblico e storico, conosciuto anche come la “piccola reggia nelle Alpi”, fu costruito dalla nobile famiglia Besta inglobando edifici preesistenti, a partire dalla seconda metа del Quattrocento per volere di Azzo I, dando impulso alla decorazione pittorica e trasformando il Palazzo in una corte rinascimentale che ospitò artisti, letterati e filosofi.

 

BOLOGNA- BASILICA S. DOMENICO

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CENNI STORICI:

La Cappella di San Domenico custodisce le spoglie di questo santo monaco che dà il nome alla chiesa.

La cappella si apre sulla destra dell’entrata della Basilica e contiene la preziosa Arca di San Domenico.

Fu costruita in stile barocco nel primo terzo del XVII secolo dall’architetto Floriano Ambrosini, che sostituì la più antica cappella gotica duecentesca che ospitava i resti del Santo sin dal 1233 ed è sopraelevata di 1,5 m rispetto al pavimento della Basilica.

È a pianta quadrata e contiene un’abside semicircolare e un tamburo con cupola. Al centro è posta la stupenda e celeberrima Arca.

Le quattro tele addossate alle pareti laterali raffigurano miracoli operati da San Domenico. Le prime due tele dopo l’entrata sono di Lionello Spada (a sinistra) e di Alessandro Tiarini (a destra) e raffigurano, rispettivamente, il miracolo del libro che resiste al fuoco, avvenuto nel sud della Francia, e il miracolo del fanciullo resuscitato, avvenuto a Roma.

Le due tele successive, più grandi, sono di Giovanni Andrea Donducci (detto il Mastelletta) e raffigurano il miracolo della resurrezione di Napoleone Orsini, avvenuto a Roma e il miracolo della resurrezione dei pellegrini annegati, avvenuto nel sud della Francia. Tutte e quattro le tele sono del 1613-15.

Questi episodi miracolosi sono rappresentati anche nell’arca.

L’affresco del catino absidale raffigura la Gloria di San Domenico ed è di Guido Reni (1613-15).

Le sette statue collocate sulla parete di fondo entro nicchie sono di Giovanni Todeschi (1617-31) e raffigurano le 3 Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e le 4 virtù cardinali (Temperanza, Fortezza, Giustizia, Prudenza).

Una Targa presente nell’abside sotto una delle statue commemora la visita di Papa Giovanni Paolo II (XX secolo).

 

INTERVENTO:

L’oggetto dell’intervento ha riguardato due punti principali:

 

  • Mettere in evidenza grazie alla luce gli aspetti liturgici presenti nella cappella che viene utilizzata per diverse celebrazioni, andando a mettere in evidenza con puntamenti dedicati alla Sede, Ambone e Altare e donando un’illuminazione consona per la preghiera e alle varie funzioni nella zona dedicata ai fedeli.
  • Altro punto molto importante dell’intervento ha riguardato l’esaltazione delle magnifiche opere d’arte presenti all’interno di questa importantissima Cappella andando a valorizzare quanto di già bello era già presente in loco.

Per fare questo abbiamo lavorato con una serie di puntamenti dedicati all’Arca di San Domenico che presenta numerosi particolari da mettere in evidenza, mostrando particolare attenzione a non sminuire le tridimensionalità delle sculture e operando con sapienza per eliminare tutte le ombre che una scultura ricca di particolari come l’Arca di San Domenico presenta.

Altra grande attenzione è stata data al Catino Absidale che presenta un affresco di Guido Reni.

È stato illuminato con una illuminazione indiretta facendo attenzione sia alla temperatura della luce per mettere in evidenza le tinte principali dell’affresco e dando un’illuminazione omogenea su tutto il dipinto   e contemporaneamente facendo molta attenzione a fare in modo che dalla distanza non fossero visibili i corpi illuminanti.

Per quello che riguarda la valorizzazione delle grandi Tele presenti sulle pareti abbiamo lavorato per metterle in evidenza e renderle fruibili in tutti i loro particolari, per fare questo abbiamo evitato di creare spiacevoli angoli di rifrazione della luce, quindi si può godere della loro bellezza da qualsiasi punto di vista senza essere abbagliati.

 

VENEZIA – SAN ZACCARIA

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Amplificazione

VILLA ESTENSE – PARROCCHIA SS. ANDREA AP. E COLOMBA V.M.

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Illuminazione, Amplificazione, Deumidificazione

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