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SCHIO – DUOMO S. PIETRO

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Come ridare la giusta evidenza ai simboli liturgici e alle caratteristiche architettoniche di una chiesa?

Da questa domanda nasce il progetto illuminotecnico del Duomo di San Pietro Apostolo, l’edificio sacro più importante di Schio (VI), una chiesa arcipretale che si eleva sulla sommità di un colle, nel cuore della città, in classico stile Palladiano.

Nella maestosità della sua navata il nostro compito è stato dare la sensazione di accoglienza favorendo la contemplazione verso i simboli liturgici, esaltando le mirabili opere d’arte e gli aspetti architettonici.

Il Duomo di Schio è un eccezionale esempio di architettura neoclassica, intotalata al Santo Patrono di Schio, San Pietro.

La struttura originaria sembra essere del X secolo ma tra il XVIII e XIX Secolo è stata ricostruita nelle forme neoclassiche che ancora oggi vediamo.

E’ senza dubbio la struttura più iconica e rappresentativa di Schio, domina la Piazza intitolata ad Alessandro Rossi ed è posta all’ intersezione di più strade nel cuore del paese, sopra il colle del Gorzone, ed è la sintesi di varie stratificazioni architettoniche.

L’attuale aspetto del duomo, dalle forme neoclassiche, è il risultato di numerosi interventi eseguiti tra il 1747 ed il 1879. Nel XVIII secolo infatti la comunità decise di ricostruire totalmente la chiesa. Il primo intervento in tal senso fu la realizzazione della nuova navata centrale, su progetto di Giovanni Miazzi; nel 1770 su disegni di don Domenico Cerato vennero edificati l’abside e la sagrestia pensili. Tra il 1800 e il 1820 su progetto di Antonio Diedo venne eretta la nuova facciata della chiesa aggiungendo il classico pronao e la coppia di campanili.
L’ultimo grande intervento nell’edificio si deve ad Antonio Caregaro Negrin, che su commissione di Alessandro Rossi, nel 1879 progettò per la chiesa le due piccole navate laterali e realizzò la nuova canonica.

La spaziosa navata centrale è separata da quelle laterali mediante una serie di possenti pilastri abbinati a semicolonne corinzie. La navata è decorata con una serie di statue degli Apostoli, sopra di esse dei riquadri con le figure dei Profeti e dei Padri della Chiesa, tutte ad opera di Valentino Zajec.

Nel presbiterio si trova l’altare maggiore del 1783 che custodisce una tela di Valentino Pupin (La consegna delle chiavi, 1867), nel coro quattro stereocromie di Giovanni Busato del 1867.
Dal 1702 la chiesa custodisce le reliquie di santa Felicissima, divenuta compatrona di Schio.

Intervento

Come ridare la giusta evidenza ai simboli liturgici e alle caratteristiche architettoniche di una chiesa?

Da questa domanda nasce il progetto illuminotecnico del Duomo di San Pietro Apostolo,
nella maestosità della sua navata il nostro compito è stato dare la sensazione di accoglienza favorendo la contemplazione verso i simboli liturgici, esaltando le mirabili opere d’arte e gli aspetti architettonici.

Il progetto illuminotecnico è stato effettuato considerando innanzitutto la funzione primaria della chiesa, che ha il compito di riunire l’assemblea dei fedeli per la celebrazione dei riti religiosi; grande cura è stata rivolta all’illuminazione nella sua globalità e ai diversi parti- colari, evitando fenomeni di abbagliamento, riducendo gli eccessivi contrasti luminosi nelle varie zone, ma evidenziando i punti d’interesse liturgico e artistico. “I corpi illuminanti Melloncelli rendono l’illuminamento nella chiesa molto uniforme, con accenti sui simboli liturgici che fanno risaltare il tabernacolo, la mensa, l’ambone, gli affreschi e gli aspetti architettonici.

L’illuminazione diretta della navata è stata effettuata con proiettori Melloncelli posti ai lati delle colonne in corrispondenza della rientranza del cornicione per un bassissimo impatto visivo. L’illuminazione indiretta della navata e del presbiterio è stata effettuata con barra a led Melloncelli, in modo tale da accentuare l’illuminazione dei bassorilievi. Gli affreschi della volta, della cupola e del catino absidale sono visivamente accentuati da corpi illuminanti Melloncelli con un’ampiezza di flusso tale da renderli evidenziati e ben visibili. Le nicchie delle statue sono state illuminate con delle barre led in verticale rigide e flessibili, posizionate dietro la cornice della nicchia in modo tale da creare un’illuminazione gradevole e soprattutto nascosta alla vista dello spettatore”.

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